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Tra le rappresentazioni rinascimentali degli attrezzi da carpentiere si trova spesso disegnata una stecca lignea di dimensioni variabili, con specifiche caratteristiche.
Tra le varie raffigurazioni, infatti, ricorrono alcuni particolari, quali le parti terminali aperte a forcella (con diverse sagomature distintive) ed un foro a forma di goccia, praticato nella sezione centrale della stecca in prossimità delle due estremità.

Alcune rappresentazioni di righe .
A: Particolare del “San Gerolamo nello studio”, olio su carta su tavola lignea, 1442, oggi conservata al Detroit Institute of Art.
B: Particolare in “The unfinished man” xilografia di Erhard Schoen del 1533
C: Particolare de “Melanconia – I”, incisione di Albrecht Dürer, siglata e datata al 1514
La stessa tipologia di riga, in effetti viene rappresentata anche in contesti non prettamente legati alla carpenteria ed era quindi sicuramente designata ad usi diversi. 

In quest'ambito, comunque, la stecca poteva essere utilizzata sia per tracciare linee rette, che per controllare la planarità delle superfici lavorate, osservando la luce che si viene a creare tra il piano posto a verifica ed il dorso della stecca, appoggiata su di esso, di costa. 

La verifica di un piano durante le operazioni di piallatura
C'è però un altra possibilità di utilizzo di questa particolare riga, come strumento da carpentiere, che si può mettere in pratica proprio grazie alle sue particolarità morfologiche.
Potremmo ravvisare qualche testimonianza storica di utilizzi simili in un disegno di Eric Sloane dove, tra gli attrezzi in uso nell'America dell'Ottocento, viene rappresentato uno strumento simile a questi righelli, utilizzato per controllare la disposizione di strutture in posa.
In pratica, tenendo la stecca in verticale, si può facilmente posizionare un piombo, collegato ad uno spago, nel centro della stecca grazie alla biforcazione sulla parte alta della riga.
La biforcazione a forcella, essendo simmetrica, provvederà a trattenere lo spago nel centro della stecca permettendo quindi di verificare l'inclinazione a piombo dello strumento, con molta precisione, grazie al foro a goccia posto sull'estremità in basso.

Verifica della verticalità di una supeficie
Appoggiando pertanto la stecca di costa su un piano di cui si volesse provare la perfetta "normalità", tale strumento permetterà di compiere il riscontro.

Va detto in ogni caso che, in assenza di precise testimonianze riguardo questo utilizzo, l'ipotesi d'uso che ho suggerito, per quanto suggestiva, resta una semplice congettura non ancora accertata.

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