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Viduquestla

Purtroppo, ad eccezione di cassoni, arche, cofani e forzieri, non ci restano molte testimonianze dei mobili che corredavano gli spazi abitativi di epoca medievale.

 


 

False deduzioni portano ad affermare che non esistessero altre forme di arredo, giungendo addirittura all'assurda conclusione che la mobilia appena citata fosse l'unica utilizzata in quanto facile da trasportare in un periodo un cui, data l'instabilità sociale, l'uomo era in continuo movimento.

 

Per fortuna tali argomentazioni sono ovviamente prive di fondamento (che angoscia se i nostri antenati fossero stati costretti a passare un intero millennio tenendosi sempre pronti alla fuga al primo sentore di invasione barbarica).

 

Ci sono invece precise testimonianze relative a maestranze utilizzate per arredare compiutamente diversi ambienti interni.

 

Tali allestimenti venivano però concepiti assieme alla stanza in base al genere di utilizzo al quale ogni locale veniva destinato per venire presumibilmente smantellati se la stanza cambiava di finalità.

 

Inoltre la pratica documentata di assoldare, in fase di cantiere, botteghe di legnaiuoli destinate alla realizzazione di arredi, facendoli lavorare “in accordo” con le maestranze dedite agli affreschi e pitture ci può dare l'indizio di come come questi arredi venissero concepiti.

 

I corredi non erano presumibilmente solo quei mobili (di nome e di fatto) pensati per essere trasportati da un ambiente all'altro, ma nascevano con la stanza, suddividendola in unità abitative più piccole, pensate funzionalmente in base alla sua destinazione d'uso.

 

Probabilmente questo genere di suppellettili veniva realizzato in loco, costruito su misura unitamente a vani, mensole, pedane, muriccioli, nicchie, colonne e altro genere di elementi che sarebbero stati dipinti con marmorizzazioni ed affreschi, ricreando contrasti di colori ed armonie di forme con continui richiami tra pittura, decorazione e materia.

 

Possiamo arrivare a immaginare questo genere di impianti grazie alle rappresentazioni degli ambienti interni, per quanto sicuramente stilizzati ed arricchiti a scopo decorativo, dipinti da diversi artisti, quali Giotto, Taddeo Gaddi, Pietro Lorenzetti, etc.


Altri mobili esistenti potrebbero non aver lasciato testimonianze perché prodotti in quantità minore o a causa della struttura sicuramente più complessa, delicata e quindi più facilmente deperibile.

Per fortuna esistono, seppur radi, diversi esempi di mobilia giunti fino a noi, alcuni dei quali si possono vedere nei conventi Kloster Wienhausen e Kloster Isenhagen, nelle vicinanze della brughiera di Luneburger.


Siamo stati attratti in particolare dall'esemplare (Is Ba 56) del XIV secolo, di Kloster Isenhagen, dotato di due ante sovrapposte, tetto a due falde ed intagli decorativi floreali, che abbiamo replicato. 

Particolare dell'ornato floreale dell'armadio originale paragonato con quello della nostra replica (la foto dell'originale è stata tratta dal blog thomasguild.blogspot.com

 

L'originale in questione è documentato sul blog “thomasguild.blogspot.com” da cui abbiamo avuto il permesso di utilizzare alcune foto in questo contesto.


Ecco le principali fasi di lavorazione per la replica di tale armadio.

I pannelli che costituiranno la struttra dell'armadio sono stati ottenuti congiungendo diverse tavole di segheria

La piallatura dei pannelli

 


   
Solchi, incastri e battute sono state realizzate grazie ad incorsatoi

La sagomatura dei traversi angolari, fatta con pialla


L'intaglio delle decorazioni floreali


L'intaglio dell'incavo in cui incassare la serratura

Il montaggio della ferramenta



L'armadio finito









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