Breitbeil vs Dolaora. Errori ed omissioni.
Dopo il mio ultimo
post sulle scuri (leggi qui), mi sono stati fatti notare alcuni
errori o eccessive generalizzazioni da me commesse che segnalo, per
correttezza, in questo nuovo post.
Il “dibattito”
che si è aperto a riguardo mi ha fatto piacere e trovo onesto
l'intervento di chi, ravvisati alcuni miei errori, si è premurato di
avvisarmi e rendermi partecipe della cosa.
Innanzitutto mi si è
fatto notare che la breitbeil è una scure da carpentiere ed il suo
equivalente francese sarebbe una “hache à équarrir” (o “hache
à blanchir”) e non la doloire.
Anche la dolaora
italiana (che è accostabile alla sua omonima d'oltralpe) dunque non
sarebbe da paragonare alla scure da squadro tedesca.
Se compararle,
pertanto, è un azzardo, risulta sicuramente erronea la dichiarazione
che si tratti di utensili atti a svolgere lo stesso scopo, dato che
la dolaora, a quanto pare è documentabile come attrezzo da bottaio e
non propriamente da carpentiere.
Utilizzo di una dolaora |
Il mio
interlocutore nutre perplessità anche riguardo al fatto che
nell'esemplare di lama italiana da me descritto il filo così dritto
si presenti nella sua conformazione originale (in effetti potrebbe
essere il risultato di successive molature che ne hanno modificato la
forma), resto comunque dell'idea che quest'ultimo particolare sia da
abbinare alla forma della lama curva ed alla nervatura che ne
garantisce stabilità.
Al momento non ho
purtroppo documentazione sufficiente a dimostrare la mia tesi, ma ho
già nuove informazioni che sto approfondendo... quindi a riguardo
prevedo nuovi sviluppi!
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