Scudo longobardo: la scelta del materiale ligneo utile ad una ricostruzione

Mi è capitato, in diverse occasioni, di ricostruire la struttura lignea di scudi longobardi, tentando di immaginare la composizione di parti completamente mancanti, a partire dall'analisi dei reperti metallici ritrovati.
In questo primo post dedicato all'argomento riporto alcune riflessioni e ipotesi dedotte in fase i realizzazione, durante il lavoro sperimentale svolto.

Una prima considerazione basilare riguarda la tipologia del legno da utilizzare; non mi riferisco unicamente alla varietà botanica dell'essenza, della quale spesse volte si hanno precisi riferimenti storici, ma soprattutto al tipo di taglio impiegato per il lavoro, la scelta del quale, spesso, determina risposte alle sollecitazioni e caratteristiche completamente differenti.

La maggior parte delle tavole di legno in commercio, oggigiorno, sono ottenute in segheria attraverso il taglio longitudinale di tronchi; esse, a causa della leggera conicità naturale del fusto, presentano, nel migliore dei casi (quando il tronco d'origine è perfettamente rettilineo), venature leggermente inclinate rispetto alla superficie della tavola segata.
Questa caratteristica crea un disegno sulla faccia della tavola stessa che le conferisce lo specifico nome con cui viene riconosciuto questo genere di taglio: Fiammata.

Schema esemplificativo dei tagli paralleli che permettono di ottenere una tavola fiammata

La tavola fiammata è soggetta a deformazioni sistematiche che fanno sì che delle sue facce si possa riconoscere un dritto ed un rovescio, ma questo aspetto, al momento, non rappresenta il problema più significativo.
Essendo la superficie dello scudo, però, composta da tavole affiancate c'è un particolare difetto, dato da questa deformazione del legno, che occorre, a mio avviso, tenere in considerazione.
In pratica la diminuzione della dimensione, dovuta alla costante perdita di umidità a cui il legno è soggetto, riscontrabile in testa ad una sezione di materiale nell'arco d'anello di crescita dell'albero, è maggiore in senso tangenziale rispetto a quello radiale: questo si può tradurre in una perdita di ortogonalità delle superfici che costituiscono lo spessore della tavola o maggior diminuzione dello spessore a seconda di come le fibre, all'interno della tavola sono orientate.
Come si può vedere nello schema riportato, questo genere di deformazione può portare a difetti che indeboliscono la struttura, quali crepe, alterazioni di forma o scollature.

Perdita di ortogonalità del taglio e problemi derivanti da un'incollatura errata

Possiamo identificare, quindi, due diversi modi di agire per risolvere il problema.
Il primo prevede, in fase di assemblaggio, di tener conto della direzione delle venature, alternando sullo stesso piano, il dritto ed il rovescio delle tavole, una volta tagliate longitudinalmente a metà... si verrà quindi ad avere la situazione rappresentata in figura.
 
Alternando dritto e rovescio sullo stesso piano la perdita di ortogonalità suille tavole tende a compensarsi

Per una ricostruzione rigorosa, però, va tenuto presente che le tavole “fiammate” hanno iniziato ad essere impiegate con maggior frequenza solo con l'utilizzo sistematico di segherie idrauliche verso la fine del XIV secolo.
Potrebbero sicuramente essere documentate segherie di questo tipo in epoche precedenti e questa operazione di taglio potrebbe essere stata realizzata anche con attrezzi manuali, ma si tratta di un lavoro lungo, faticoso e complesso e di fatto poco utilizzato per quanto iconograficamente documentabile fin dall'epoca classica, per questo occorre tener presente alcune considerazioni.

Se esistevano segherie idrauliche già in epoca alto medievale è un dato di fatto che ai primordi il sistema di avanzamento del tronco verso la lama era poco funzionale e per questo vennero poco utilizzate prima del loro graduale perfezionamento.
Anche l'utilizzo di una sega manuale da parte di personale competente e preparato, del resto, si è dimostrato essere un lavoro poco pratico necessitando di tempi di lavorazione cinque volte maggiori rispetto alla “spiccatura” delle tavole per fendibilità.
Tutti questi ragionamenti ci inducono a considerare l'utilizzo di semilavorati fiammati non consono e storicamente poco attendibile in confronto all'ipotesi di recuperare con quest'ultima tecnica il materiale in maniera autonoma.

Spiccare” le tavole per fendibilità, infatti, è una pratica più veloce da eseguire a mano ed è compatibile con le attrezzature e le tecniche dell'epoca.
Essa porta a risultati sicuramente più adeguati alla realizzazione di scudi anche per altre considerazioni che, aggiungendosi a quelle fin qui esposte, rendono senza alcun dubbio preferibile l'utilizzo di tavole ottenute con questa tecnica manuale.

Schema esemplificativo di tavole ottenute da spicchi di tronco

Le tavole realizzate fendendo un tronco lungo le sue fibre, presenteranno, infatti, le venature del legno perfettamente parallele alla loro superficie lungo tutta l'estensione, riducendo il rischi della presenza di punti deboli e linee di frattura, causate da venature trasversali, alla superficie dello scudo.
Inoltre, poiché le assi si ottengono pareggiando gradualmente adeguati spicchi di tronco per portarli allo spessore desiderato, sulla superficie di testa si otterranno le linee, formate dagli anelli di accrescimento, perfettamente perpendicolari alla superficie principale delle tavole stesse.

La configurazione delle fibre, da cui prende il nome questa tipologia di taglio, è quella che garantisce una risposta elastica più efficiente: si tratta del taglio detto “di risonanza” o taglio in blocco.
Questa particolare disposizione delle venature eliminerà, inoltre, le deformazioni angolari causate dal movimento del legno durante gli sbalzi di umidità di cui abbiamo parlato, favorendo la stabilità delle incollature tra le differenti tavole.
L'utilizzo di “tavole in blocco” per questo genere di lavori, inoltre sembra trovare conferma anche dal confronto con ritrovamenti di frammenti di scudo dell'epoca.

Una volta affrontati i discorsi relativi alla scelta del materiale più idoneo sarà possibile proseguire con i temi relativi alla ricostruzione dello scudo. 





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