Il legno tra materia e spirito

Nell'e-book “La preziosa concessione” ho avuto modo di descrivere come il legno, nelle civiltà passate, fosse considerato quale elemento primario e materia universale.


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Gli alberi dai quali esso si ricavava, aggrappati alla terra con le proprie radici, spingevano i rami verso il cielo e, nell'immaginario dell'epoca, formavano col proprio tronco il legame che teneva uniti terra e cielo, sfera materiale e sfera ideale.
Attraverso il fusto legnoso, quindi, si andava a concepire la presenza di un canale che metteva in comunicazione i due mondi, permettendo il concretizzarsi di quelle idee che, scendendo dal mondo astratto, potevano prendere forma materiale, così come in senso opposto il mondo imperfetto e terreno poteva ambire, attraverso le fibre del legno, al suo perfezionamento e completamento.
Questo accadeva nell'antichità, ma ogni realtà tangibile esiste e persiste quali che siano i modelli che l'uomo adotta per spiegare il mondo che lo circonda.
Oggi assistiamo infatti alla rivalutazione di tradizioni secolari, attraverso nuove tendenze nella lavorazione del legno che, ancora una volta, sembrano dare peso ed importanza sostanziale al rapporto tra uomo e materia, piuttosto che focalizzarsi sul risultato effettivo di tale pratica.
Discipline che prevedono la lavorazione “unplugged”, per esempio, focalizzano l'attenzione su quelle esperienze che consentono la trasformazione del legno senza ricorrere a fonti d'energia esterne, recuperando l'uso di attrezzi e tecniche del passato.


Intaglio di una finestrella triangolare in legno di tiglio.

Lo stesso si può dire per la falegnameria cosiddetta “green” che incentra il suo campo di interesse sulla lavorazione di legni non ancora stagionati, per ottenere manufatti partendo dalla materia grezza; dal tronco in sostanza.
Tale dottrina rende necessaria la conoscenza di una serie di pratiche, per l'assemblaggio delle strutture più elaborate, che permettono di prevenire le deformazioni in fase di stagionatura, facendo in modo che il risultato finale non venga compromesso dall'essiccazione del legno che avviene praticamente a lavoro ultimato.
La messa in pratica di queste discipline comporta, insomma, una profonda conoscenza dell'elemento su cui si va ad agire e questo, inequivocabilmente, porta con se una serie di attenzioni verso la realtà naturale che ci circonda incrementando il rispetto per ogni essere vivente e la ricerca di sempre maggior sostenibilità per le azioni e lo stile di vita della comunità umana.


La superficie lavorata a mano si rivela attraverso il susseguirsi di segni. Ogni segno è il risultato combinato di diversi elementi: la fibra della materia, la lama dell'utensile ed il gesto dell'artigiano.
Nelle nostre realizzazioni ognuno di questi fattori viene bilanciato con cura.

Noi abbiamo iniziato la nostra attività utilizzando diversi elettro-utensili, ma la ricerca di maggior veridicità e la conoscenza delle pratiche del passato ci hanno conquistato gradualmente, portandoci, oggi, a preferire l'uso di strumenti manuali.
Ovviamente non sempre ci è possibile rinunciare all'uso di attrezzi alimentati elettricamente, ma, anche quando ricorriamo ad essi, manteniamo un fondamentale rispetto per il legno per il quale nutriamo la consapevolezza che si tratta di materia viva.
Il suo respiro, causato dalle variazioni d'umidità, provoca continui movimenti dei quali è necessario tener conto in fase progettuale e la trama formata da fibre e pori si può rovinare se aggredita da lavorazioni troppo stressanti.
La stessa lavorazione manuale impone ritmi ponderati ed una precisa grammatica alla quale occorre affidarsi: è il legno in lavorazione, con le sue peculiari venature, sempre diverse, che detta le regole alla quali è opportuno attenersi per ottenere, con maggior facilità, risultati soddisfacenti.
I processi di lavorazione si sviluppano, quindi, come partiture di un dialogo che mette continuamente a confronto i progetti dell'artigiano con la realtà materiale del pezzo di legno, il quale può essere tanto docile e malleabile quanto caparbio e tenace.


Cornice in legno di tiglio realizzata completamente a mano.

Per questo dedichiamo attenzione particolare alla parte compositiva di ogni nostro progetto, scegliendo, tra i legni a disposizione, quelli più adatti a svolgere il compito statico che l'insieme richiede.
Una volta trovato il pezzo adatto ad ogni parte del progetto, non resta che provarne le caratteristiche effettive, plasmandolo con scure, ascia, pialla o sgorbia...
Questi utensili ci danno spesso la possibilità di lavorare il legno partendo dal tronco stesso, per ottenere, attraverso diversi passaggi, le pezzature più congeniali alle differenti esigenze di lavoro che ci accingiamo ad intraprendere.


"Spiccatura" del tronco attraverso scuri e cunei.

L'utilizzo manuale di lame affilate conferisce alle superfici lavorate una finitura caratteristica, dotando, nel contempo, la nostra produzione di quegli stessi segni di lavorazione distinguibili su molte opere originali.

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