San Giuseppe delle trappole per topi
Indubbiamente le molte rappresentazioni medievali di San Giuseppe,
intento al lavoro nella sua bottega, sono state fondamentali per
ricostruire i diversi aspetti della lavorazione del legno dell'epoca
e della strumentazione utilizzata per tali fini.
Tra i tanti dipinti spicca quello del trittico di Mérode attribuito
a Robert Campin attualmente custodito al Metropolitan Muesum of Art
di New York .
Il trittico è formato da un pannello centrale di cm 64,1 x 63,5 al
quale si sommano due pannelli laterali di cm 64,5 x 27,3.
Esistono diverse tesi su chi sia il vero autore di questo complesso
che costituisce una testimonianza tra le più rilevanti della pittura
fiamminga del XV secolo; alcuni pensano addirittura che possa essere
stato realizzato da mani differenti.
Il trittico Mérode |
Grazie a rilievi e studi dendrocronologici, effettuati sulle tavole
di supporto al dipinto, la data di realizzazione è comunque certa e
si colloca tra il 1425 ed il 1430.
Nel pannello
centrale è raffigurata l'Annunciazione che avviene all'interno di
una stanza arredata in stile Quattrocentesco: ogni particolare tra
corredi e suppellettili e reso con dettagli minuziosi, tanto che è
possibile risalire all'identità dei proprietari della casa
raffigurata i cui stemmi svettano tra le vetrate della finestra che
fa da sfondo alla scena.
Si tratta di Peter
Engelbrecht e della sua consorte Margarethe Schrinmechers di Mechelen
(Mâlines)
e,
con tutta probabilità, sono loro stessi
ad essere raffigurati nel pannello di sinistra.
Da
un cortiletto esterno, i due coniugi contemplano con devozione
la scena che si svolge
all'interno dell'abitazione attraverso la porta d'ingresso.
Gli attrezzi rappresentati nel dipinto ed una nostra ricostruzione del tavolo da lavoro |
Il pannello di
destra è tutto dedicato alla rappresentazione di S. Giuseppe e della
sua bottega.
Con l'ausilio di un
girabacchino egli sembra lavorare ad un divisorio parafiamma del tutto
simile a quello che che si vede nel caminetto della stanza
dell'Annunciazione; si tratta dell'unico particolare presente su questo riquadro che può fungere da collegamento visivo con la scena principale del trittico.
Il pannello parafiamma all'interno del camino nella stanza dell'Annunciazione |
Sul tavolo di fronte
al Santo, disposti in ordine sparso, si possono vedere i suoi
attrezzi da lavoro: un coltello, una sgorbia, un martello, tenaglie e
chiodi e, vicino ad una trivella con la punta a cucchiaio... una
trappola per topi!
La scatolina che costituisce la trappola posta sul tavolo nella bottega di San Giuseppe |
Quest'ultima
presenza viene contestualizzata da una seconda piccola trappola,
posta in vendita sulla finestra che da su una piazza, alle spalle del
falegname.
Tali scatole corredate di semplice meccanismo a scatto del coperchio sono
quindi, in questo caso, i prodotti del lavoro di San Giuseppe.
La trappola posta in vendita |
La rappresentazione
del Santo su questo pannello è stata infatti battezzata “Il San Giuseppe
delle trappole per topi” e si crede che questo particolare alluda
ad uno scritto di S. Agostino in cui Gesù viene definito “la
trappola per topi del demonio” (muscipula diaboli).
Si tratterebbe quindi di un'espediente narrativo in grado di alludere con grande efficacia a temi teologici ben più elevati.
Essendoci ispirati a
molti degli attrezzi da falegname che si vedono in questo dipinto non
potevamo non tentare di replicare anche la piccola trappola di legno
cercando di intuirne il funzionamento ed eccone il risultato:
Alcune nostre repliche di questa particolare trappolina |
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