La scure medievale della Fondazione Fioroni

 

Dopo aver studiato diverse rappresentazioni di scuri di epoca medievale (leggi qui) abbiamo deciso di dotarci di una replica di un esemplare esistente, giunto fino a noi.

La scelta è caduta su una bellissima scure conservata nella Casa-Museo della Fondazione Fioroni a Legnago (VR).

Particolare della replica realizzata da Giovanni Sartori a confronto con l'originale in una foto di Cesare Paganini (la cui pubblicazione è stata gentilmente concessa dalla Fondazione Fioroni)

 

Abbiamo preferito questo reperto ad altri per una serie di motivi: il perfetto stato di conservazione, la sua eleganza, le caratteristiche dell'attrezzo che sono conformi a quelle da noi valutate per definire le peculiarità delle dolaore italiane e per la sua vicinanza geografica, trattandosi di un reperto rinvenuto e conservato ad una ventina di chilometri da dove viviamo. 

 

Particolare della replica realizzata da Giovanni Sartori a confronto con l'originale in una foto di Cesare Paganini (la cui pubblicazione è stata gentilmente concessa dalla Fondazione Fioroni)

Come detto l'originale fa parte della collezione della Fondazione Fioroni ed è stata rinvenuta a Legnago dove tutt'ora è conservata ed esposta.

La scure venne ritrovata durante gli scavi, avvenuti nel 1930 circa, effettuati per realizzare lavori di rinforzo sull’argine del fiume Adige. Il cantiere interessò l’area a ridosso del fiume dove in passato sorgeva l’antichissima rocca della fortezza e portò alla luce molti reperti di epoca medievale.

Nel 1940 questi ritrovamenti vennero donati a Maria Fioroni, estimatrice e collezionista di oggetti del passato, che si era battuta in prima persona, fin dall'inizio, per evitare che i reperti medievali strappati al fiume, venissero dispersi nuovamente.

 

Particolare della replica realizzata da Giovanni Sartori a confronto con l'originale in una foto di Cesare Paganini (la cui pubblicazione è stata gentilmente concessa dalla Fondazione Fioroni)


La scure, esposta a Palazzo Fioroni in Via G. Matteotti, al civico 39 di Legnago, si fa notare senz'altro per l'armonia delle forme e per l'ottimo stato di conservazione ed in alcuni cataloghi, benché inizialmente ritenuta erroneamente un'arma da lancio, sono stati sottolineati questi suoi pregi.

L'etichetta della bacheca dove è esposta, oggi reca la dicitura “Scure da geniere (s. XIV)”. Sicuramente una precisa datazione di un simile reperto non è cosa facile ma credo che sia possibile il confronto, viste le particolari fattezze, con alcune rappresentazioni di epoca medievale.

Nello specifico, trovo significativa la somiglianza con la scure rappresentata sulle colonne interne della Cattedrale di Piacenza del XIII secolo.

Qui vi sono alcuni bassorilievi, testimonianza del contributo nella costruzione della chiesa dato dalle Corporazioni locali di Arti e Mestieri (dette anche “Paratici”).

Tra i vari mestieri rappresentati, sulla seconda colonna a sinistra, vi è un carradore che tiene in mano una scure dall'aspetto molto simile alla scure di Legnago, mentre è intento nel lavoro di rifinitura di una ruota di carro.

 

Foto di Paolo Monti della “formella dei carradori” (Piacenza, 1965) - File disponibile nella biblioteca digitale BEIC e caricato in rete in collaborazione con Fondazione BEIC. L'immagine proviene dal Fondo Paolo Monti, di proprietà BEIC e collocato presso il Civico Archivio Fotografico di Milano.

Per realizzare la nostra scure ci siamo rivolti ancora una volta a Giovanni Sartori, un fabbro esperto in ricostruzioni di armi e armature medievali con tecniche di lavoro arcaiche compatibili con quelle conosciute nell'epoca in questione.

Fortunatamente Giovanni, durante i suoi studi all'università Ca' Foscari di Venezia è venuto in contatto con Cesare Paganini, restauratore ed esperto di armi antiche e militaria, che alcuni anni addietro aveva avuto modo di catalogare e visionare alcuni oggetti della Collezione Fioroni.

Grazie alla disponibilità del signor Paganini, quindi (senza disturbare il museo, visto che questo progetto è nato in tempi di isolamento dovuto all'emergenza sanitaria), Giovanni è entrato in possesso di un'esaustiva scheda tecnica che gli ha permesso di realizzare il capolavoro che si può vedere illustrato in questa pagina.


Ringrazio vivamente Cesare Paganini e la Fondazione Fioroni per aver fornito le foto dell'originale e concesso il loro utilizzo per il post.


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