La tavola Reale
Poco si sa sulla
vera origine di questa tavola da gioco, composta da quattro
“comparti” di 6 caselle ciascuno, che sembra giunta fino a noi da
tempi davvero remoti.
Se diamo per
assodato che ai primordi le tavole da gioco fossero le stesse
utilizzate per calcoli astronomici (leggi qui) e venissero impiegate
conseguentemente come calendari, appare quasi scontato interpretare
le frecce di colore alternato, come altrettante lune, piene e nuove.
A tale ciclo di
dodici mesi lunari si poteva sommare un magico “tempo supplementare”,
ricco di prodigi , formato da 12 giorni e 12 notti.
Questo “tempo
sospeso” a cavallo del solstizio d'inverno era ancora una volta
computabile grazie all'alternarsi di 12 frecce chiare e 12 scure e
permetteva di completare l'anno sincronizzando grossolanamente il
conteggio sulla tavola con la posizione di sole e luna nel cielo.
La tavola potrebbe
rappresentare pertanto una sorta di grezzo calendario “protostorico”
convertitosi in gioco già in tempi remoti.
Al di là di queste
suggestioni che fanno parte di un'ipotetica storia mai scritta e
persa per sempre, esemplari e documenti che testimoniano il
passaggio di questa tavola lusoria dal mondo antico, attraverso la
cultura classica, fino al Medioevo europeo, sono molteplici.
Tavole da gioco
ispirate a
A: Libro de los
Juegos
B: Ritrovamento sul
relitto della nave Vasa
C: Ritrovamento sul
relitto della Mary Rose
D: Ritrovamento di
Freiburg, Germania
|
Esistono infatti
moltissime fonti scritte, esempi pittorici, nonché diversi
ritrovamenti di tavole più o meno integre, giunte dall'antichità
fino ai giorni nostri.
Descrizioni molto
precise delle tavole e delle diverse regole di gioco si
trovano nel “Libro de los Juegos” fatto stilare attorno al 1280
d. C. da Alfonso X detto “il Saggio”, sovrano di Castiglia e
Leon, che volle confezionare un vero e proprio manuale antologico dei
giochi in voga nel XIII secolo.
La struttura delle
tavole da gioco, descritte in questo testo, è la medesima presente
nelle più classiche tavole di derivazione europea anche se la
realizzazione delle caselle, formate in questo caso da intagli
semicircolari, ricavati nella cornice a sbalzo che corre tutt'intorno
alla tavola stessa al posto delle più classiche frecce, sembra
essere meno frequente in Europa.
Un particolare delle caselle con pedine e dadi di una tavola ispirate all'iconografie del Libro di Alfonso X |
Nel tempo ci siamo
dedicati a molte ricostruzioni, sempre più fedeli degli strumenti
ludici legati a questo gioco, ispirandoci sia a diverse iconografie
che a reperti esistenti.
Tra tutti gli
esempi, per eleganza e semplicità, spicca a mio avviso un
ritrovamento di una tavola da gioco costruita dopo il 1278, ritrovata
a Friburgo, in Germania.
A tale reperto ci
siamo ispirati con diverse ricostruzioni, avvicinandosi con sempre
maggior precisione man mano che migliorava la nostra conoscenza di
particolari e dati relativi al reperto originale.
Ecco quindi un breve
resoconto del lavoro svolto per la nostra ultima ricostruzione.
La superficie di uno dei pannelli sbozzata grossolamente |
Intaglio dell'incavo per alloggiare le frecce |
Un pannello completo di frecce ancora da fissare |
Un pannello intarsiato e rifinito |
Una volta finito
l'intarsio “a buio” delle frecce si è potuto provvedere ad
un'ultima rifinitura della superficie di gioco.
La superficie di un pannello finito a confronto con quella sbozzata ancora da finire di intarsiare |
Abbiamo utilizzato
un incorsatoio per ottenere il solco che permette alle cornici di
essere montate sui pannelli intarsiati.
Lavorazione al solco delle cornici |
Prove di assemblaggio della cornice |
Prima di montare la
cornice si sono scavati in profondità degli intagli fatti per
ospitare le cerniere di cuoio.
L'incavo che permette di alloggiare la cerniera |
Tutte le parti della
cornice e le strisce di pelle sono state inchiodate e bloccate
mediante piccoli cavicchi in legno.
I punti sulle facce
dei dadi in osso sono stati segnati con un trapano a volano.
Ecco il risultato
finale:
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