La ricostruzione di un astuccio dell'alto medioevo
Non sempre riusciamo
a risalire ad informazioni complete riguardo gli originali da
replicare, per questo, quando ciò accade, decidiamo di operare, per
quanto possibile, nel rispetto delle tecniche coeve al reperto in
questione.
Pur tenendo in
considerazione tali criteri di storicità, ci sembra esista ancora
parecchia discrezionalità sull'uso di particolari attrezzature e
delle prassi di lavoro che esse rendono applicabili, che andrebbero
quindi indagate in base al contesto culturale del ritrovamento.
In mancanza di altri
dati, infatti, ci si trova di fronte a diversi percorsi possibili che
spesso rappresentano alternative valide ed equiparabili.
Dell'astuccio in
questione abbiamo reperito i disegni prospettici in scala di tutti i
lati, con l'aggiunta di qualche significativa rappresentazione in
sezione (di ausilio per comprendere la profondità del vano interno).
Quindi, pur
consapevoli che questo non avesse rilevanza assoluta, abbiamo deciso
di operare completamente in modo manuale, utilizzando solo utensili
morfologicamente simili a quelli documentati nell'epoca di
riferimento.
Ecco un resoconto
dell'intero lavoro, abbinato ad una presentazione di testimonianze
archeologiche che rendono storicamente attendibili i processi svolti.
Partendo da un ceppo
di legno, si è deciso di ricavare il materiale nelle proporzioni
necessarie alla replica dell'astuccio, spaccandolo con un fenditoio.
Successivamente si è
tagliata in lunghezza la forma della scatola, utilizzando una sega a
telaio.
In questo caso è
irrilevante realizzare il taglio in maniera perfettamente ortogonale
alle altre superfici in quanto tutti i lati devono ancore essere
rifiniti.
Abbiamo perfezionato
tutte le facce in un secondo momento, verificandone l'ortogonalità
con una squadra.
La rifinitura delle
superfici si è svolta attraverso l'azione di una pialla, sui quattro
lati lungo vena, e quella di una sgorbia a filo dritto sui due di
testa.
La sgorbia a filo
dritto utilizzata per squadrare e pulire la superficie di testa
misura 27 mm, nell'immagine sottostante un analogo reperto di epoca
romana il cui filo misura 38 mm*.
|
Una volta ottenuta
la forma esterna dell'astuccio si è proceduto allo svuotamento,
segnando i contorni dello scavo con un coltello da intaglio e
procedendo con l'ausilio di una sgorbia dal filo curvo.
Il coltello da
intaglio utilizzato per diverse operazioni sulla nostra replica
(tracciatura, intaglio, rifinitura, etc.) ha proporzioni simili a
molti reperti dell'epoca.
|
Sempre con coltello
e sgorbia a filo dritto abbiamo realizzato l'incavo destinato ad
accogliere il coperchio scorrevole, quest'ultimo è stato realizzato
da una scheggia del materiale di partenza.
Si è rifinita la
forma del coperchio con lo scalpello, in maniera graduale, provandolo
di volta in volta finché ha calzato perfettamente.
Il lavoro sulla
forma dell'astuccio è stato completato grazie ad un foro praticato
con un succhiello di misure adeguate.
Il foro che completa
la forma dell'astuccio e, sulla sinistra, una punta a succhiello di
origine romana*.
|
Una volta riportati
i disegni decorativi su tutti i lati dell'astuccio si è proceduto,
quindi all'intaglio, effettuato con coltello e sgorbie a filo dritto.
Alcune fasi di intaglio |
Ecco quindi il risultato finale:
* I disegni dei reperti di attrezzi sono stati realizzati
interpretando le foto degli stessi pubblicate in L. RUPNIK, Római
Kori Vasszerszámok Pannoniából, II, Kötet: Katalógus és Táblák,
2014, Budapest (Ungheria)
0 commenti